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Nascita e creatività sociale

Per creatività intendiamo la capacità di dare risposte nuove alla realtà, inventando nuove forme e rinnovando rituali, procedure, strumenti di lavoro, stili di vita.

La creatività, sinonimo di fecondità è un’attitudine capace di irrompere nella vita di una nuova madre quando la sua esperienza di parto-nascita è positiva.

Un’esperienza di nascita positiva è certamente quella che crea un bambino vivo e sano, ma è anche un’esperienza vissuta nella consapevolezza e in un’autoaffermazione della madre, in modo tale che riesca a vivere il percorso di gravidanza e parto riuscendo a rispettare le proprie priorità, partorendo con le proprie forze, nel rispetto dei propri tempi o bisogni e della propria libertà di scelta.


In questo modo il parto è un evento che permette di varcare la soglia che conduce nella sfera misteriosa e selvaggia della natura, di comprenderne le leggi antiche, di farsi strumento col proprio corpo, col proprio essere, dell’inarrestabile spinta creatrice. L’esperienza di entrare totalmente in questo flusso vitale, fa della donna una sacerdotessa e custode della Natura e le offre in cambio un senso di radicamento e di appartenenza alla stirpe infinita di tutte quelle donne che prima di lei hanno adempiuto al compito di rinnovare la vita.

L’energia nuova che questo senso di appartenenza e di continuità le porta, è necessaria a fare il passo successivo di sostenere la crescita del suo bambino, seme di future vite… 

Ma c’è un delicato passaggio nel puerperio, in cui tutte quelle presenze antiche di donne che hanno sostenuto la nuova madre nell’apertura del dare alla luce, sembrano dissolversi. Il desiderio e il bisogno di condividere la gioia per la nuova creatura e le preoccupazioni per il suo accudimento, non trova riscontro in un mondo di gente divisa, dove ognuno percorre la propria pista pilotato da forze insensibili, dove non si ha tempo per stare, per ascoltare, per dare presenza e calore, dove non si sa più festeggiare fermando il tempo, dove l’indomani tutto deve già ritornare al ritmo di prima, il padre al lavoro e la nuova madre stessa ha i giorni contati accanto al neonato.
L’ansia e la solitudine che tutto questo produce può essere pericolosa per la nuova vita, quanto in epoche remote la furia degli elementi o la ferocia dei predatori.  

Può capitare però che la donna non si lasci sopraffare da questo senso di vuoto, o che abbia la fortuna di un marito che non riesce a staccarsi da lei, di una mamma disponibile, di un’amica fidata, di una sorella, o di un’ostetrica molto presente. Basta poco perché la forza positiva scambiata nel parto sia recuperata, perché la creatività la trasformi in un potente motore di cambiamento sociale.

Mai come ora, in questo momento di insicurezza e confusione, ci siamo ricollegati al calore del condividere, dello stare insieme del celebrare, del darsi sostegno.
E mai come in questo momento madri e neonati hanno dovuto vivere un’esperienza di nascita nell’isolamento e nella paura, in reparti ospedalieri inaccessibili ai padri e ai familiari.
Mai come ora, la creatività è il riappropriarsi di un senso di appartenenza e di coesione che ci rende capaci di offrire ai neonati e alle neomamme un imprinting di accoglienza calore e umanità, molto più vicino alla nostra natura.

Marilia Zappalà