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L’innovazione digitale

Per innovazione digitale non s’intende solo la capacità di utilizzare strumenti digitali nuovi o veloci, attraverso una rete.

Oltre a queste competenze, un professionista, si deve valorizzare attraverso un’identità digitale rappresentata da una firma digitale e un domicilio digitale.

La firma digitale è il risultato di una procedura informatica basata su tecniche crittografiche che consentono di associare in modo indissolubile un numero binario (la firma) a un documento informatico, ovvero ad un altro insieme di bit che rappresentano atti o dati giuridicamente rilevanti.

E’ indispensabile per conferire validità legale ai documenti informatici inviati.

Il domicilio fiscale è il luogo dove una persona svolge la sua attività professionale dichiarata con l’utilizzo della PEC che consente di semplificare la comunicazione con la Pubblica Amministrazione e tra i suoi vantaggi c’è quello, non di poco conto, che tutti i messaggi di posta elettronica certificata non contengono virus informatici o malware, perché vengono verificati, per legge, da parte dei gestori dei servizi di PEC.

Dunque la PEC offre, oltre alla certezza delle comunicazioni, la loro sicurezza a Posta Elettronica Certificata, fornendo anche la certificazione dell’invio e dell’avvenuta o mancata consegna, ha lo stesso valore legale della tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento, per cui tutte le comunicazioni ufficiali con enti pubblici passano attraverso la PEC.

Le ricevute, infatti, rappresentano una prova legale opponibile a terzi che il messaggio inviato è giunto a destinazione. 

Una semplificazione burocratica è necessaria come strumento di comunicazione privilegiato per ogni professionista.

“Dal 1 ottobre 2020 sarà obbligatorio comunicare il proprio domicilio digitale per imprese e professionisti.”

Questo è stato definito nel Decreto Semplificazioni, sezione dedicata alla posta elettronica certificata, e diventata ufficiale con la conversione in legge.

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